Pat Martino – chitarra
Pat Bianchi – Hammond B3
Carmen Intorre – batteria
Pat Martino (nato Pat Azzara a Philadelphia nel 1944) è uno dei chitarristi più particolari emersi in uno dei decenni più innovativi per il jazz, gli anni Sessanta. Il padre, cantante in club locali, lo portava con sé, facendogli conoscere artisti come Wes Montgomery. Martino inizia a suonare la chitarra all’età di dodici anni: presso il suo insegnante di musica, Dennis Sandole, si imbatteva spesso in John Coltrane. Dopo gli esordi, anche in campo rock, sulla scena di Philadelphia, si trasferisce a New York, dove si appassiona al format del trio con organo. Dopo esperienze al fianco di Jack McDuff e Don Patterson, Martino viene messo sotto contratto come leader dall’etichetta discografica Prestige: all’età di appena venti anni inizia un periodo intensamente creativo, sfociato in album come Strings!, Desperado, El Hombre e Baiyina.
Tra le sue principali collaborazioni si ricordano quelle con Sonny Stitt, Gene Ammons, Richard “Groove” Holmes, Bobby Hutcherson, Chick Corea, Stanley Clarke, Eric Kloss, Willis Jackson, Woody Herman… Mentre dopo le produzioni per la Prestige ha inciso per numerose etichette di riferimento (Warner, Muse, Columbia, Sony, High Note, Milestone, Polydor, Concord, Fantasy, Atlantic, Blue Note).
La sua carriera è stata contrassegnata da una interruzione di quasi un decennio (tra il 1976 e il 1984) a causa di un’operazione al cervello per un aneurisma dalla quale si risvegliò con una perdita quasi totale della memoria, compresa quella musicale. Dovette imparare nuovamente a suonare la chitarra, studiando la sua stessa musica della quale non conservava più il ricordo. Una rinascita che lo ha riportato agli antichi splendori artistici.