Scott Hamilton – sax
Paolo Birro – pianoforte
Aldo Zunino – contrabbasso
Alfred Kramer – batteria
Quando, nel 1976, Scott Hamilton (nato a Providence, Rhode Island, nel 1954) si trasferì a New York, dovette suscitare non poca curiosità: negli anni in cui imperversava il jazz-rock lui se ne venne fuori con un suono puro e immacolato saldamente radicato nella tradizione tenorile degli anni Quaranta. Fortuna o lungimiranza? A partire dagli anni Ottanta, infatti, con il definitivo ritirarsi della marea jazz-rock (e anche di fronte a un’avanguardia sempre meno graffiante) Scott Hamilton si è imposto come tenorista per eccellenza del mainstreamjazzistico.
La storia discografica di Hamilton può ben dare un’idea del suo status di icona del sax d’estrazione swing: a partire dal 1977 incide esclusivamente per la Concord. Nel corso di una trentina di album come leader lo si è sentito assieme a Gerry Mulligan, Tommy Flanagan, Charlie Byrd, Al Cohn, Buddy Tate, Ken Peplowski…
L’estetica di Hamilton dopo oltre quattro decenni di carriera non ha mai vacillato: così ancora oggi nel suo sax risplendono le tinte profonde e luminose che furono di Coleman Hawkins e Ben Webster, come anche quelle corpose di Illinois Jacquet ed Eddie ‘Lockjaw’ Davis. Del resto non va dimenticato che a promuovere le sorti del giovane Hamilton, permettendogli di entrare in contatto e suonare con Anita O’Day, Hank Jones e Benny Goodman (nella cui band militò per diversi anni), fu niente meno che Roy Eldridge.